CARTA D’INTENTI DEL TREVISO PRIDE 2023
Sezione 1 – Amministrazioni Comunali e Partiti
- Favorire il pieno riconoscimento all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, siano essi nati in Italia o nati all’estero, previa eventuale esibizione del consenso prestato alla fecondazione assistita.
- Sopprimere o modificare la modulistica che prevede la dicotomia genitoriale padre-madre e che impone un’unica figura genitoriale maschile e femminile.
- Eliminare, ove presente, il modulo in cui si richiede alle donne single di sottoscrivere che “riconosce come proprio il figlio naturale concepito con un uomo non parente né affine con lei nei gradi che ostano al riconoscimento ai sensi dell’art. 251 del codice civile” riconoscendo che tale formulazione obbliga coloro che hanno fatto ricorso a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita a dichiarare il falso.
- Riconoscere e promuovere l’adozione della carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary all’interno dei contesti educativi, lavorativi e sportivi, monitorando affinché venga articolata attraverso regolamenti che ne garantiscano la piena applicazione.
- Promuovere attivamente – anche attraverso la messa a disposizione di fondi, risorse e spazi – l’istituzione di centri antidiscriminazione e case rifugio per persone LGBTQIA+ vittime di violenza e discriminazione, con una particolare attenzione alle necessità delle persone minorenni.
- Promuovere attivamente – anche attraverso la messa a disposizione di fondi, risorse e spazi – l’istituzione sul territorio provinciale di almeno un consultorio pubblico con personale qualificato per la tutela della salute psichica, fisica e sociale delle persone Trans e l’accompagnamento nei percorsi di transizione attraverso un approccio che ne riconosca pienamente il pieno diritto all’autodeterminazione.
- Potenziare i fondi destinati a Centri Antiviolenza e Case Rifugio per l’accoglienza di vittime di violenza nelle relazioni intime, promuovendo altresì l’istituzione di specifiche progettualità dedicate alle persone LGBTQIA+.
- Favorire e verificare l’adozione di protocolli di gestione della richiesta asilo per migranti LGBTQIA+ che ne tutelino l’autodeterminazione e la dignità secondo quanto indicato all’interno Linee Guida in Materia di Protezione Internazionale n. 9 formulate dal UNHCR (“Domande di riconoscimento dello status di rifugiato fondate sull’orientamento sessuale e/o l’identità di genere nell’ambito dell’articolo 1A(2) della Convenzione del 1951 e/o del suo Protocollo del 1967 relativi allo status dei rifugiati”).
- Promuovere attivamente e finanziare l’adozione all’interno degli istituti scolastici di protocolli educativi focalizzati su:
- Decostruzione degli stereotipi di genere
- Contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere
- Educazione sessuale e al consenso
- Inclusione delle famiglie omogenitoriali e monogenitoriali
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Promuovere attivamente l’adozione di protocolli formativi per il contrasto agli stereotipi di genere e alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere all’interno dei contesti lavorativi e per il pieno riconoscimento del diritto al lavoro delle persone LGBTQIA+.
- Promuovere attivamente l’introduzione di protocolli operativi e l’istituzione di un osservatorio regionale sulla tutela lavorativa dei genitori LGBTQIA+, sia riconosciuti legalmente che in attesa di riconoscimento.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute, anche favorendo l’istituzione di un osservatorio permanente sul tema a livello provinciale o regionale.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali, nonché nel corso di iniziative di carattere pubblico.
- Operare un coinvolgimento attivo delle realtà associative e dei gruppi informali locali che operano all’interno delle tematiche LGBTQIA+ al fine di valorizzarne le attività, realizzare iniziative comuni e interpellarle in merito a quelle tematiche che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione a quelle realtà legate al tema dell’omogenitorialità, affinché siano interpellate in modi comparabili alle altre forme di associazionismo dei genitori.
Sezione 2 – Prefettura
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Favorire e verificare l’adozione di protocolli di gestione della richiesta asilo per migranti LGBTQIA+ che ne tutelino l’autodeterminazione e la dignità secondo quanto indicato all’interno Linee Guida in Materia di Protezione Internazionale n. 9 formulate dal UNHCR (“Domande di riconoscimento dello status di rifugiato fondate sull’orientamento sessuale e/o l’identità di genere nell’ambito dell’articolo 1A(2) della Convenzione del 1951 e/o del suo Protocollo del 1967 relativi allo status dei rifugiati”).
- Promuovere pratiche inclusive che favoriscano l’inclusione e il rispetto per le persone Trans* all’interno dei seggi elettorali. Alcune misure minime per garantire questa forma di inclusione sono contenute all’interno delle linee guida formulate all’interno della campagna “Io Sono, Io Voto” promossa da Gruppo Trans APS (https://iosonoiovoto.it/):
- Evitare file separate per uomini e donne
- Evitare cartelli al banchetto con l’indicazione “uomini” e “donne” in corrispondenza dei registri favorendo forme di suddivisione alternativa (es. alfabetica).
Sezione 3 – Sindacati
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Riconoscere e promuovere l’adozione della carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary all’interno dei contesti lavorativi monitorando affinché venga articolata attraverso regolamenti che ne garantiscano la piena applicazione.
- Promuovere attivamente l’adozione di protocolli formativi per il contrasto agli stereotipi di genere e alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere all’interno dei contesti lavorativi e per il pieno riconoscimento del diritto al lavoro delle persone LGBTQIA+.
- Promuovere attivamente l’introduzione di protocolli operativi e l’istituzione di un osservatorio regionale sulla tutela lavorativa dei genitori LGBTQIA+, sia riconosciuti legalmente che in attesa di riconoscimento.
- Promuovere attivamente la costituzione di accordi sindacali che prevedano l’introduzione di forme di congedo parentale e di cura, nonché di permessi per malattia figlio per entrambi i genitori in quelle situazioni che attualmente non godono di tutela legale o contrattuale.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute nel contesto lavorativo e nei processi di ricerca del personale.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
Sezione 4 – Centri per l’Impiego e Associazioni di Categoria
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Riconoscere e promuovere l’adozione della carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary all’interno dei contesti lavorativi, monitorando affinché venga articolata attraverso regolamenti che ne garantiscano la piena applicazione.
- Promuovere attivamente e finanziare l’adozione di protocolli formativi per il contrasto agli stereotipi di genere e alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere all’interno dei contesti lavorativi e per il pieno riconoscimento del diritto al lavoro delle persone LGBTQIA+.
- Promuovere attivamente l’introduzione di protocolli operativi e l’istituzione di un osservatorio regionale sulla tutela lavorativa dei genitori LGBTQIA+, sia riconosciuti legalmente che in attesa di riconoscimento.
- Promuovere attivamente la creazione di fondi per introdurre forme di congedo parentale e di cura, nonché di permessi per malattia figlio per entrambi i genitori in quelle situazioni che attualmente non godono di tutela legale o contrattuale.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute nel contesto lavorativo e nei processi di ricerca del personale.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
Sezione 5 – Ufficio Ambito Territoriale
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Riconoscere e promuovere l’adozione della carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary all’interno dei contesti educativi, monitorando affinché venga articolata attraverso regolamenti che ne garantiscano la piena applicazione.
- Favorire la realizzazione di attività e la riorganizzazione di spazi non segregati per genere.
- Promuovere attivamente e finanziare l’adozione all’interno degli istituti scolastici di protocolli educativi focalizzati su:
- Decostruzione degli stereotipi di genere
- Contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere
- Educazione sessuale e al consenso
- Inclusione delle famiglie omogenitoriali e monogenitoriali.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute nel contesto scolastico.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
- Operare un coinvolgimento attivo delle realtà associative e dei gruppi informali locali che operano all’interno delle tematiche LGBTQIA+ al fine di valorizzarne le attività, realizzare iniziative comuni e interpellarle in merito a quelle tematiche che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione a quelle realtà legate al tema dell’omogenitorialità, affinché siano interpellate in modi comparabili alle altre forme di associazionismo dei genitori.
Sezione 6 – Istituti Scolastici
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Adottare la carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary parte della popolazione scolastica o del personale interno attraverso la costituzione di un regolamento che ne assicuri la piena applicazione.
- Favorire la realizzazione di attività e la riorganizzazione di spazi non segregati per genere.
- Includere all’Interno del Piano Triennale dell’Offerta Formativa protocolli educativi focalizzati su:
- Decostruzione degli stereotipi di genere
- Contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere
- Educazione sessuale e al consenso
- Inclusione delle famiglie omogenitoriali e monogenitoriali.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
- Operare un coinvolgimento attivo delle realtà associative e dei gruppi informali locali che operano all’interno delle tematiche LGBTQIA+ al fine di valorizzarne le attività, realizzare iniziative comuni e interpellarle in merito a quelle tematiche che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione a quelle realtà legate al tema dell’omogenitorialità, affinché siano interpellate in modi comparabili alle altre forme di associazionismo dei genitori.
Sezione 7 – Aziende Sanitarie
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Promuovere attivamente – anche attraverso la messa a disposizione di fondi, risorse e spazi – l’istituzione sul territorio provinciale di almeno un consultorio pubblico con personale qualificato per la tutela della salute psichica, fisica e sociale delle persone Trans* e l’accompagnamento nei percorsi di transizione.
- Prevedere l’erogazione gratuita in almeno un ambulatorio pubblico a livello provinciale dello screening completo per le Infezioni Sessualmente Trasmissibili.
- Promuovere attivamente l’introduzione di protocolli amministrativi che permettano l’estensione del potere di adottare scelte sanitarie in caso di incapacità dell’interessatə alle formazioni relazionali diverse dalla relazione di coppia.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute nel contesto sanitario.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
Sezione 8 – Associazioni Sportive
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Adottare la carriera Alias come strumento di riconoscimento dell’autodeterminazione e protezione della privacy delle persone Trans* e Non-Binary attraverso la costituzione di un regolamento che ne assicuri la piena applicazione.
- Promuovere attivamente e finanziare la realizzazione di azioni conoscitive sul territorio per individuare i bisogni della popolazione LGBTQIA+ e le discriminazioni vissute nel contesto sanitario.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
Sezione 9 – Centri Antiviolenza e Case Rifugio
- Pianificare corsi di formazione e aggiornamento del personale interno focalizzati su una presa in carico attenta e rispettosa delle persone LGBTQIA+ e delle loro istanze.
- Operare una piena inclusione delle donne Trans* all’interno dei percorsi antiviolenza esistenti rivolti alle donne vittime di violenza nelle relazioni intime.
- Adottare un linguaggio inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+, con una particolare attenzione per il riconoscimento di coloro che non si identificano all’interno della dicotomia Uomo/Donna, e rispettoso dell’esistenza di diversi tipi di famiglie all’interno di opuscoli, moduli, questionari e comunicazioni ufficiali.
Sezione 10 – Ordine Veneto dei Giornalisti e Testate Giornalistiche
- Promuovere attivamente e monitorare l’utilizzo, nel contesto giornalistico, di un linguaggio rispettoso, inclusivo e non offensivo nei confronti delle persone LGBTQIA+ e delle famiglie omogenitoriali. Alcuni elementi essenziali che definiscono una tale forma di linguaggio sono riepilogati nei seguenti punti:
- Utilizzare correttamente la terminologia che riguarda le persone LGBTQIA+ e le famiglie omogenitoriali;
- Adottare un linguaggio non patologizzante nei confronti delle persone LGBTQIA+;
- Adottare un linguaggio corretto e non discriminatorio nel descrivere le famiglie omogenitoriali e le formazioni relazionali differenti dalla relazione di coppia;
- Evitare forme di misgendering, cioè parlare di persone Trans* e non-binary utilizzando, in modo intenzionale o meno, pronomi, termini e desinenze grammaticali relativi al genere assegnato alla nascita o che comunque ne neghino l’identità. Tale principio si applica a prescindere dal tipo di percorso di transizione che l’individuo ha deciso di percorrere;
- Evitare forme di deadnaming, cioè il riferirsi a una persona Trans* o non-binary facendo riferimento al nome anagrafico invece che al nome di elezione. Tale principio si applica a prescindere dal tipo di percorso di transizione che l’individuo ha deciso di percorrere;
- Evitare di attribuire a un individuo un orientamento sessuale differente da quello in cui afferma esplicitamente di riconoscersi;
- Evitare forme di outing, cioè rivelare l’identità e/o l’orientamento sessuale di una persona che non ha pubblicamente manifestato l’intenzione di rendere note queste informazioni, soprattutto laddove non rilevanti per il tema affrontato. Evitare, altresì, di rivelare dettagli in merito alla vita sessuale e/o allo stato del percorso di transizione che un individuo ha deciso di percorrere senza il suo consenso e ove non pertinenti;
- Adottare un linguaggio corretto e non discriminatorio nel descrivere le diverse forme di Procreazione Assistita.