Rosa Cenere: per ricordare l’Omocausto

"Rosa Cenere": per ricordare l'Omocausto

Dal 23 gennaio all’11 febbraio presso il Cavastropoi bistrot, saranno presenti 11 storie, raccontate con 17 tavole da 19 illustratori, per ricordare lo sterminio delle persone lesbiche e gay nei campi di concentramento nazisti.

All’interno del percorso del Treviso Pride, in occasione della Giornata della Memoria, ArciLesbica Queerquilia vi invita all’inaugurazione della mostra “Rosa Cenere”, sabato 23 gennaio alle ore 18.30. Fino alle 21.00 aperitivo a 6 euro a consumazione, con ricco buffet di piatti freddi e risotto al radicchio tardivo e salsiccia

Con noi sarà presente Mabel Morri che potrà raccontarci la sua esperienza di illustratrice per questo progetto, nato nel 2014 a Bologna, all’interno del Cassero Lgbt Center da un’idea di Jacopo Camagni e Giuseppe Seminario.

L’evento è in collaborazione con Treviso Comic Book Festival e il Cavastropoi bistrot.

(INTRODUZIONE AL CATALOGO A CURA DEL CASSERO)

Rosa cenere nasce dall’urgenza del gruppo di volontari del Cassero LGBT Center, Peopall, di raccontare la memoria che, durante gli anni, ha rischiato di perdersi nelle pieghe di un silenzio imposto dalla vergogna nel mostrare le cicatrici che l’orrore nazifascista aveva impresso sui corpi dei deportati omosessuali. Raccontarla mediante l’arte ci è sembrato il modo migliore per fornire un punto d’accesso diverso e non banale, con l’intento di stimolare la riflessione e la curiosità. Istintivamente abbiamo cercato la collaborazione del Centro di Documentazione del Cassero, luogo fondamentale di alimentazione della memoria della “nostra” comunità, da cui abbiamo ricevuto sostegno ed entusiasmo. Lo stesso entusiasmo con il quale hanno accettato di collaborare i diciannove artisti, coordinati da Jacopo Camagni, che generosamente hanno messo a disposizione il loro tempo e i loro talenti.

L’obiettivo della mostra, fin dall’inizio, è stato quello di non distaccarsi dalla veridicità delle esperienze vissute dalle vittime, e le testimonianze, dirette e indirette, sono state il punto di partenza dell’intero progetto. Tra le undici storie vere illustrate alcune sono già note, come quelle di Heinz Heger e Pierre Seel che con le loro pubblicazioni hanno aperto la strada alle prime ricerche sugli omosessuali deportati, altre invece sono state recuperate negli archivi online, come quella di Henny Schermann, una delle poche donne deportate anche perché lesbica.

Graficamente il progetto ruota intorno al triangolo rosa, il marchio distintivo degli internati omosessuali, e abbiamo chiesto ai disegnatori di lavorare su questo simbolo per elaborare la loro personale lettura dell’omocausto, virando il tutto sui toni del bianco e del nero. La scelta degli artisti è caduta, da un lato, su nomi già affermati, e dall’altro su nomi che stanno iniziando a farsi conoscere, con l’intento di fornire visibilità alle diverse realtà creative della comunità LGBT.

Ognuno di loro ha scelto una biografia e da essa ha preso spunto.

Diciannove illustratori, diciassette tavole, undici storie. Questi sono solo alcuni dei numeri di un progetto che ha visto la luce nel giro di due mesi, nato perché la memoria non si perda, perché la ricerca è ancora agli inizi e i testimoni di quegli stanno scomparendo L’unico modo per rendere loro giustizia e ricordarli. E renderemo giustizia anche a chi lotta quotidianamente per i diritti delle persone gay, lesbiche e trans*.